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mercredi, 28 octobre 2020 18:39

La vendemmia e l’Etna: tradizione, cultura ed enogastronomia

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La vendemmia e l’Etna: tradizione, cultura ed enogastronomia La vendemmia e l’Etna: tradizione, cultura ed enogastronomia

Nata dall’unione delle divinità primigenie Urano e Gea, personificazioni del Cielo e della Terra, dall’alba dei tempi l’Etna troneggia su un paesaggio plasmato dalla sua energia e dalle sue eruzioni. Le caratteristiche naturali e antropiche del territorio etneo presentano peculiarità suggestive e affascinanti legate ai miti, alle stratificazioni culturali e alle tradizioni.

È in un orizzonte sempre più globalizzato e dominato dall’incessante crescita degli agglomerati urbani che si profila il bisogno dell’essere umano di riconnettersi alla natura e di recuperare un’identità smarrita tra lo spazio dei flussi informazionali, sovente alienanti ed autoreferenziali, e sopraffatta dalla frenesia del postmoderno che ha reso l’uomo consapevole di ciò che possiede e ignaro di ciò che è.

Da queste ragioni si origina il desiderio di recuperare il contatto con i territori a partire dai tratti più resistenti della loro cultura, come le attività tradizionali.

Tra queste si annovera indubbiamente la vendemmia, che alle pendici dell’Etna riveste un ruolo di grande valenza storica e antropologica. Si tratta di un’area dalla forte vocazione vinicola, dove si coltivano uve apprezzate per le tipicità derivanti proprio dalle qualità geomorfologiche e climatiche del territorio.

Tra i vitigni autoctoni più diffusi ricordiamo il Nerello Cappuccio e il Nerello Mascalese, da cui si ricava un rosso piuttosto tanninico e strutturato, e il Catarratto Bianco (comune e lucido) le cui uve sono usate nella composizione di diversi bianchi isolani.

Il vino è dunque una delle eccellenze della zona etnea ed entrare in contatto i luoghi di produzione e conoscerne le attrattive naturalistiche e culturali, tramite escursioni o tour enogastronomici organizzati, è fonte di profondo arricchimento. Il prodotto finito è il risultato di un processo di lavorazione che si articola in più fasi ed ha subito nel corso dei secoli un’inevitabile evoluzione.

La vendemmia rappresenta il momento in cui si raccoglie il frutto generato dalla terra e dal lavoro, un rito quasi ancestrale che ha lasciato un’eco avvincente anche nell’immaginario collettivo e nella produzione letteraria. Il "Diario siciliano" del catanese Ercole Patti, per esempio, contiene al suo interno le memorie di una giornata di vendemmia e pigiatura dell’uva sul versante sud-orientale dell’Etna, fra Trecastagni e Zafferana Etnea. Una descrizione candida e al tempo stesso voluttuosa, nella quale "l’uva si va ammonticchiando entro i pensieri e le ceste".

L’undici novembre, infine, arriva la festa di S. Martino e il mosto è diventato vino. Si festeggia nei paesi etnei, con degustazioni ed eventi, perché il vino novello è pronto per essere gustato insieme alle delizie gastronomiche di questo meraviglioso pezzo di Sicilia.

Tado Valeria

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